

La fotografia scattata dal Corriere della Sera è nitida e dolorosa: gli infermieri lombardi stanno lasciando il servizio pubblico. Non per capriccio, non per mancanza di vocazione, ma perché il sistema li ha logorati. Turni insostenibili, stipendi non adeguati, carriere bloccate, aggressioni sempre più frequenti, e una vita privata sacrificata sull’altare dell’emergenza continua. È una fuga silenziosa, ma non invisibile. E non possiamo più permetterci di ignorarla.
Angela Cremaschini, Segretario Generale CISL FP Lombardia, lo dice senza giri di parole: “Quando un infermiere se ne va, non perdiamo solo una competenza. Perdiamo un presidio di umanità. Perdiamo un pezzo di quella sanità pubblica che dovrebbe essere il cuore del nostro welfare.”
Come CISL FP Lombardia, raccogliamo ogni giorno le voci di chi lavora nelle corsie, nei reparti, nei servizi territoriali. Voci stanche, ma ancora dignitose. Voci che chiedono rispetto, non privilegi. Voci che non vogliono abbandonare la cura, ma che non possono più farlo a queste condizioni.
Il problema non è solo numerico. È etico. È politico. È sociale.
Se oggi in Lombardia mancano migliaia di professionisti, non è perché non ci siano giovani capaci. È perché non li stiamo mettendo nelle condizioni di scegliere questa professione con serenità e prospettiva. “Non possiamo continuare a tamponare con soluzioni estemporanee,” incalza Cremaschini. “Servono investimenti strutturali, serve una visione. E soprattutto serve rispetto per chi cura.”
La CISL FP Lombardia chiede alla Regione un cambio di passo.

Non bastano le nuove figure assistenziali o il reclutamento all’estero. Serve un piano di valorizzazione delle professioni sanitarie che parta da tre pilastri:
Retribuzioni dignitose, allineate agli standard europei e capaci di riconoscere il valore del lavoro svolto.
Percorsi di carriera chiari e accessibili, che motivino e trattengano i professionisti nel sistema pubblico.
Organizzazione del lavoro sostenibile, con turni compatibili con la vita privata, il benessere psicofisico e la qualità dell’assistenza.
“Non è utopia. È responsabilità. È visione. È rispetto,” ribadisce Cremaschini. “E se la politica non lo capisce, sarà la realtà a imporglielo. Con reparti vuoti, concorsi deserti, cittadini lasciati soli.”
La CISL FP Lombardia è pronta a fare la sua parte. Ha già avviato tavoli di confronto, presentato proposte concrete, chiesto trasparenza sui dati e sulle scelte. Ma ora serve che la politica regionale riconosca il valore strategico degli infermieri e di tutte le professioni sanitarie.
“Ai cittadini diciamo: difendere gli infermieri significa difendere la vostra salute. Ai professionisti diciamo: non siete soli. La CISL FP è con voi, dentro e fuori i luoghi di lavoro. Alla Regione diciamo: il tempo dell’attesa è finito. Il tempo della responsabilità è ora.”
